Capacità motorie, fair play e superamento delle sfide
Il pattinaggio a rotelle è uno sport, come si dice spesso di alcuni sport, “completo”; ma se lo si analizza nello specifico si può ritenere più che vera questa affermazione.
Se si prende in considerazione l’aspetto tecnico del gesto come spinte mono-podaliche, passo incrociato, partenza da fermi, è subito intuitivo come un/a bambino/a e/o ragazzo/a, debba mettere in atto tutte quelle capacità coordinative quali: equilibrio statico e dinamico, accoppiamento e combinazione del movimento (eseguire sequenze motorie connesse tra loro e mirate ad un fine), orientamento spazio-temporale dell’interno corpo e dei segmenti corporei in un dato spazio e momento, reazione (allo start, all’attacco da parte di un avversario ecc.); e in ultimo forse la più importante, trasformazione, ovvero la capacità di adattare e trasformare un comportamento motorio in base a ciò che succede intorno a sé: il pattinaggio è uno sport open-skill e proprio per questo chi lo pratica è messo davanti ogni giorno, in ogni momento, sia in gara che in allenamento, davanti ad una situazione differente e fin da bambini si impara ad adattarsi a questi cambiamenti e ad essere in grado di rispondere in modo adeguato.
Se si parla di un aspetto energetico e quantitativo, si fa riferimento invece a tutte quelle capacità motorie dette condizionali, quali resistenza, forza e rapidità, altre capacità principi del pattinaggio; nello specifico le più utilizzate, a prescindere dalla specialità che si pratica, sono la resistenza alla velocità, resistenza alla forza, forza veloce/rapida, forza esplosiva, velocità di reazione, capacità di accelerazione, resistenza alla rapidità.
In ultimo, non per importanza, si trova la capacità di mobilità articolare (MA), ovvero la capacità di eseguire movimenti di grande ampiezza: avere grande MA a livello delle articolazioni delle caviglie e delle anche è fondamentale per una pattinata efficiente ed efficace, per questo è una delle capacità che ogni giorno viene, anche se in minima parte, sempre allenata, anche durante i giorni di riposo.
Si sono visti fin qui gli aspetti tecnici e specifici di questo sport, ma se si parla dell’apporto giornaliero alla vita quotidiana di chiunque lo pratica si apre un altro grande capitolo, che è quello umano.
Il pattinaggio a rotelle è uno sport di per sé individuale, e ciò comporta che molto spesso compagni di squadra, con stessa età anagrafica, debbano gareggiare l’uno contro l’altro. Questo fa sì che ogni bambino e/o ragazzo durante l’allenamento dà il massimo per battere il compagno ma al tempo stesso è il primo a spronarlo a dare il meglio di sé: si instaura, fin da subito, un rapporto di sostegno e la squadra diventa una parte fondamentale per la buona riuscita di ogni singolo esercizio. I compagni di squadra diventano una spalla su cui appoggiarsi quando qualcosa va storto, una persona da abbracciare dopo un grande successo, una mano a cui aggrapparsi dopo una brutta caduta.
È quindi chiaro che un bambino che fin da quando ha 3/4/5 anni è in grado di rialzarsi dopo una brutta caduta, rimboccarsi le maniche e ricominciare a pattinare più forte di prima, sarà inevitabilmente un ragazzo e poi un uomo che non si fermerà davanti ad un piccolo ostacolo nella vita, ma sarà in grado, con le proprie forze e il sostegno di chi gli sta intorno, di superare qualsiasi tipo di sfida gli si ponga davanti.
Il crescere in una squadra di pattinaggio con l’obiettivo di essere sostenuto e sostenitore allo stesso tempo permette di sviluppare all’interno di ogni bambino e ragazzo senso di responsabilità, consapevolezza di sé e rispetto per gli altri, principi fondamentali per crescere in un mondo che ti mette alla prova giorno dopo giorno.
In conclusione che dire, il pattinaggio è davvero uno sport completo.

Sviluppo delle capacità motorie.

Accrescere le qualità personali per affrontare sfide difficili.

Trasmettere i valori di lealtà nello sport e nella vita di tutti i giorni.